✨📘 100 anni dalla sua nascita al cielo di Pier Giorgio Frassati ✨
Proprio oggi, 4 luglio, ricorrono esattamente 100 anni dalla sua morte (4 luglio 1925) e per celebrare questo anniversario ma soprattutto la sua imminente canonizzazione, l’AC diocesana ha pensato ad alcune uscite speciali, iniziando proprio da oggi.
Qbbiamo consegnato il libro su Pier Giorgio Frassati a Lucia Maccan, consigliera AC per il settore giovani della parrocchia di Fiume Veneto, che lo ha letto e ci regala la sua personale recensione.
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Una lettura apparentemente da spiaggia e ombrellone, data la sua brevità - poco meno di un' ottantina di pagine - ma che di spiaggia e ombrellone ha ben poco. E che, anzi, pur nella sua sintesi risulta provocatoria: ci "pro - voca", ci "chiama fuori" e orienta il nostro sguardo "verso l'alto", lontano dalle nostre irrigidite e fragilissime abitudini. Senza spronarci, senza fare inviti diretti, ma solo mettendoci in relazione con una vita vissuta "senza zone d'ombra" (Falciola).
"Pier Giorgio Frassati. Non vivacchiare ma vivere" (Editrice Ave ed Effatà Editrice, prima edizione 2010, ultima ristampa 2025) è il libro pubblicato da Roberto Falciola, vice postulatore della causa di canonizzazione del beato Pier Giorgio Frassati, nonché vicepresidente nazionale dell'Azione Cattolica Italiana per il Settore Giovani all'inizio degli anni '90.
Tra lo scorrere fluido delle righe e nell'alternarsi di foto e scritti originali delinea nitidamente la figura di Pier Giorgio, che ricordiamo oggi nel centenario della sua morte o, meglio, della sua nascita al cielo: "il giorno della mia morte sarà il più bello della mia vita", aveva detto ad un amico.
Dalla passione per l'Azione Cattolica al suo impegno politico nel Partito Popolare Italiano, dagli studi di ingegneria mineraria alla dedizione per i poveri con la Compagnia di San Vincenzo: ogni pagina ci parla di un giovane che ha cercato il Regno di Dio "trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio" (Lumen Gentium, n.31). Attività, queste, non vissute come mero impegno volontaristico, ma scaturite dall'incontro quotidiano con Gesù Eucaristia, perno di tutta la sua vita spirituale. "Gesù nella Santa Comunione mi fa visita ogni mattina. Io gliela rendo, con i miei poveri mezzi, visitando i poveri": così rispondeva a chi gli chiedeva ragione delle sue opere di carità. Lo studio stesso, seppur spesso per lui faticoso, è stato inteso da Pier Giorgio come mezzo per meglio servire i minatori, lavoratori tra i più poveri del suo tempo. Egli ha realmente vagliato ogni desiderio e scelta alla luce della volontà di Dio; non senza fatiche e sacrifici, in una "via seminata sia pure di molte spine, ma" - aggiunge - "non una triste via: essa è allegria anche attraverso i dolori." (Lettera alla sorella - Torino, 1925). È proprio questo invito all'allegria che giunge a noi, forte e chiaro ancora oggi: "ogni cattolico non può non essere allegro: la tristezza deve essere bandita dagli animi cattolici; il dolore non è la tristezza, che è una malattia peggiore di ogni altra" (Lettera alla sorella - Torino, 1925).
Nonostante la morte in giovane età (ad appena 24 anni, malato di poliomelite), la sua esistenza ha lasciato tracce permanenti di eternità, che ancora oggi parlano al cuore di molti: innumerevoli sono le iniziative sociali che a lui si ispirano nel mondo, dalla Patagonia, agli USA, e poi in Polonia, Francia, Perù, Irlanda, Portogallo, Brasile, Canada, Australia… Segno che la sua fiducia nella “carità che non avrà mai fine”, secondo quanto scriveva San Paolo nelle Lettere (1 Cor 13,8), tanto care a Pier Giorgio, era davvero ben riposta.
Insomma, tutto sommato sì, questa scorrevole lettura si presta all’ombrellone ma – badate bene – non vi lascerà spiaggiati a lungo: vi porterà presto ad alzarvi in piedi, pronti per ripartire.
Lucia