C’ è una parola magica: sinodalità, abbiamo imparato tutti il significato dal greco Syn “con, insieme” e Hodos “cammino”.
E ci sono due persone che hanno sperimentato questo camminare insieme fin dagli anni della fanciullezza, in una piccola parrocchia del sud Italia, a Siderno, costa ionica della Calabria, nei primi anni del post-concilio.
Enzo Romeo, vaticanista del Tg2 e Giuseppe Curciarello, medico oncoematologo, raccontano la loro crescita cristiana intorno alla figura del parroco e la loro esperienza di tutti i giorni nella sacrestia della parrocchia, in un piccolo libro da titolo emblematico, VIVA LA PARROCCHIA.

Quello che li attirava era lo spirito di camminare insieme, di fare esperienza, e nelle loro pagine riaffiorano i ricordi delle prime messe in italiano, la torsione del prete per guardare i fedeli negli occhi e presentare le formule liturgiche in modo finalmente comprensibile

Il don era il rappresentante della chiesa in uscita, ed i giovani catturati dai canti nuovi, dai campi scout e proposte dell’azione cattolica.
La parrocchia era diventata un mezzo per trasformare il tempo in modo costruttivo, una chiamata come quella di Filippo allo scettico Natanaèle, “vieni e vedi” (Gv. 1, 43-51)
Nell’ordinario trovi lo straordinario.

Partiamo dall’enciclica “Laudato si” di papa Francesco con una lettura diversa, non solo legata alla cura dell’ambiente e del creato, che restano capisaldi dello scritto ma si allargano a tutti gli altri contesti della vita della persona, tra cui anche lo sport.

Il libro di Daniele Pasquini prende in considerazione anche lo scollamento fra lo sport per tutti e quello elitario di cui si fa un gran discutere nei media.
La recente pandemia ha amplificato ulteriormente questa distanza ma ricordiamoci che le finalità che persegue lo sport spettacolo da quello praticato da tutti, sono oramai agli antipodi e lo sforzo è quello di far sì che si ricongiungano in modo che non vengano perse empatia ed efficacia dello stesso.

Ecco spiegato anche il sottotitolo del libro, “orientamento per una ecologia integrale attraverso lo sport”, infatti ricordiamoci che nell’etimologia stessa della parola sport vengono indicate le attività svolte “fuori porta”, coniugando divertimento e sana attività con spazi aperti e immersi nella natura.

Il volume “L’Azione Cattolica Italiana nella storia del paese e della chiesa” è il risultato del Convegno tenutosi presso l’Archivio storico della Presidenza della Repubblica il 6-7 dicembre 2018, evento di chiusura delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della fondazione dell’Azione cattolica italiana. Dopo i saluti introduttivi di Matteo Truffelli e Marina Giannetto, il volume presenta tre parti. Nella prima, dedicata a L’Azione cattolica italiana, la politica e lo Stato e introdotta dal saggio di Guido Formigoni, sono presenti gli interventi di Paolo Trionfini e Vittorio De Marco. Nella seconda, dedicata a L’Azione cattolica italiana e la società e introdotta dalla riflessione di Giorgio Vecchio, sono presenti i saggi di Gianluca della Maggiore, Dries Vanysacker e Cecilia Dau Novelli. Nella terza parte, infine, dedicata a L’Azione cattolica italiana e la promozione del laicato nella storia della Chiesa e introdotta dallo scritto di Marta Margotti, sono presenti i testi di Alba Lazzaretto, Francesco Sportelli e Giovanni Vian.

Il libro non ha le pretese di esaurire tutte le vicende che hanno visto nascere e crescere il movimento, considerando soprattutto la duplice lettura sotto il punto di vista del Paese e della Chiesa, ma sarà senz’altro una rilettura privilegiata di alcuni momenti della sua trama storica.

Gli autori e la ricerca su materiale inedito sono una garanzia per offrire un quadro più significativo alla ricerca compiuta.

“Il mondo ha bisogno di padri” ha detto papa Francesco dedicando l’anno corrente 2021 a San Giuseppe, patrono della chiesa cattolica.
Vi presento allora un altro libro di Luca Alici dal titolo “Zero tre. Prefisso di paternità”.

Non esistono libretti d’istruzione per il mestiere di padre, a anche questo non vuole essere il manuale del padre perfetto, anche perché padri, e madri, perfetti non esistono.
Questo libro è quasi un diario dell’esperienza fatta da Luca Alici nei primi tre anni di vita con suo figlio Filippo, tempo durante il quale si è maturata la parola di Filippo e che ha consentito ai due, padre e figlio, di costruire il legame di paternità.

Ogni giorno i telegiornali e i tolk di ogni TV parlano di pandemia, e allora serve davvero anche un libro?
Beh si, se si tratta di questo libro di Luca Alici. Perché da cristiani, da aderenti all’azione Cattolica, dobbiamo guardare a questo evento catastrofico con occhi diversi, dobbiamo capire che la ripartenza inizia nel mentre e non nel dopo.

Luca Alici divide il suo scritto in tre parti: una condivisione personale del lock down, la riflessione sulla contingenza e, ultima parte, la sfida alla crisi.

Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno e assistente ecclesiastico generale di Azione Cattolica

E’ un titolo particolare quello che il Vescovo di Foligno Sigismondi, dà al suo libro, un titolo che quasi erroneamente invita ad una sorta di gossip nei confronti dei nostri sacerdoti ma che credo sia fondamentale leggere per avvicinarci maggiormente alle nostre guide per guardarli con occhi diversi, non giudicanti ma pieni di umana comprensione per i nostri fratelli che portano dalla “lex orandi” la qualifica di “servi premurosi del popolo di Dio” e “peccatori fiduciosi”.

Non sono esenti da tentazioni e nemmeno da passioni, scrive mons. Sigismondi, due termini che indicano aspetto positivo e negativo nel contempo. La passione indica le debolezze ma anche l’entusiasmo sincero nel quale il sacerdote deve muoversi.
Nella sua omelia della messa crismale del 2013 Papa Francesco dice che “il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo popolo” e la passione positiva del sacerdote deve sfociare nel desiderio di raccontare la gioia di essere prete.

Sempre Papa Francesco dice “ciò che non si ama, stanca” ed ecco che la sana fatica del peso della consacrazione diviene stanchezza e si scivola in una chiusura, il peggior male per un consacrato.
Non fa sconti nel suo libro, mons. Sigismondi ma indica la cura della vita interiore come base guaritrice affinchè sacerdoti e vescovi non si lascino sopraffare dalla stanchezza, chiudendosi in vie più facili quali orgoglio, vanità, mondanità.
La consapevolezza della propria fragilità di uomo e l’anelito alla perfezione morale.

12 febbraio 1980
Quarant’anni fa all’interno dell’università la Sapienza di Roma le Brigate Rosse uccidono a colpi di pistola Vittorio Bachelet, docente universitario, vicepresidente del Consiglio della Magistratura ma prima di tutto un uomo buono e giusto.
Tanto che i giornali scrissero “hanno ucciso uno dei migliori, ma forse lo hanno ucciso proprio per questo”.
I tempi di certo non erano facili, poco era trascorso dal rapimento e assassinio di Aldo Moro e molte, troppe volte era toccato proprio a Bachelet commemorare i suoi amici.

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