Domenica 22 gennaio a Pordenone, presso la “Madonna Pellegrina”, diventata casa della prossimità della chiesa diocesana, l’Azione Cattolica ha promosso un incontro aperto a tutti per riflettere sul messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale per la pace del 1 gennaio 2017.

Come ha sottolineato don Orioldo Marson, in apertura al convegno, questo 50° messaggio dal titolo “Nonviolenza: stile di una politica per la pace” rappresenta un punto di arrivo e di partenza, una proposta profetica. Il relatore Francesco Milanese,  ha suggerito molte sottolineature e spunti di riflessione sul tema della nonviolenza attraverso documenti del Magistero e parole di testimoni significativi, comunicandoci non solo riflessioni intellettuali ma anche emotive a partire dalla propria esperienza di psicologo, mediatore familiare, formatore, esperto di cultura della nonviolenza.

Risulta difficile riassumere la ricchezza dei contenuti che ha trasmesso. Provo a raccontare  alcune suggestioni tra le tante.

Papa Francesco, nel suo messaggio, riprendendo le parole scritte da Papa Paolo VI  per la prima giornata per la pace del 1967 ha fatto emergere come “è finalmente emerso chiarissimo che la pace è l’unica e vera linea dell’umano progresso”, riproponendo questo pensiero attraverso una lettura nuova “la violenza non è la cura per il nostro mondo frantumato”, riqualificando così la nonviolenza come  scelta e stile di una politica di pace.

La nonviolenza, dice ancora papa Francesco, praticata con decisione e coerenza ha prodotto risultati inimmaginabili. Riflettendo sugli avvenimenti del 1989, nell’Enciclica “Centesimus annus”, promulgata nel maggio del 1991, Papa Giovanni Paolo II afferma come Questo percorso di transizione politica verso la pace è stato reso possibile in parte dall’impegno non violento di uomini che, mentre si sono sempre rifiutati di cedere al potere della forza, hanno saputo trovare di volta in volta forme efficaci per rendere testimonianza alla verità”. Così, per la prima volta nel Magistero della Chiesa, la nonviolenza esce dalla sfera personale per diventare anelito e impegno della collettività.

Un’interessante affermazione di Francesco Milanese è stata la definizione di Storia come un insieme di biografie e di scelte personali: per dire che tanto le guerre quanto il progresso dipendono dalle scelte di ciascuno...  L’interdipendenza, vissuta come virtù,  citando la “Sollecitudo rei sociali” è la solidarietà : non banale compassione,  ma determinazione ferma e perseverante ad impegnarsi per il bene comune, ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti.

I conflitti sono fenomeni inevitabili, nascono dal fatto che siamo tutti diversi ma non hanno necessariamente una connotazione negativa. Le differenze non sono la fonte della violenza. La violenza nasce dal cuore dell’uomo, c’è sempre di mezzo la responsabilità individuale di ciò che si sceglie. Se scelgo il mio massimo vantaggio a scapito dell’avversario il conflitto degenera in violenza. Se cerco il meglio di entrambi mi esercito nella nonviolenza e le differenze diventano ricchezza.

Del Bianco Clorinda – equipe del settore adulti di AC

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