Dal 15 al 21 agosto, nella Casa Alpina mons. Luigi Paulini di Cimolais, si sono riuniti 17 giovani provenienti da diverse parrocchie della diocesi per vivere l'esperienza dei campi di formazione Base 1, FAS e Base 2.
Il tema della cucina ha costituito l'ambientazione dei primi due (il celebre programma "Bake off" si è trasformato per l'occasione in "Base off"), mentre l'equipe di educatori del Base 2 ha scelto la tematica della costruzione, ispirandosi ai versetti del profeta Isaia che recitano "Quale casa mi potreste costruire?" (Isaia 66,1). Una domanda, quest'ultima, che ha guidato i giovani fino all'ultimo giorno di campo, guardando attraverso la lente del costruire le relazioni che ciascuno di noi intesse (con gli altri, con l'associazione, con Dio...).

I campi di formazione costituiscono una grande opportunità di crescita per i giovani di Azione Cattolica che intendono (o hanno già scelto di) mettersi al servizio, all'interno dell'associazione o in altri contesti, testimoniando la bellezza di una vita aperta a Dio.

I tanti relatori che si sono susseguiti nel corso di questa settimana, insieme alla guida di educatori ed assistenti, hanno quindi cercato di fornire ai giovani gli strumenti per conoscere e comprendere i diversi aspetti legati alla figura dell'educatore e al suo essere discepolo-missionario (come ricordato dal nostro vescovo Giuseppe Pellegrini, in visita alla Casa Alpina).

Ora che la settimana di campo è finita, non ci resta che attendere le prossime scuole di Base per continuare il nostro percorso formativo!

La voce dei campisti

Abbiamo voluto raccogliere le riflessioni di alcuni dei nostri giovani, che ci hanno raccontato la loro esperienza di campo.
Questo campo mi ha particolarmente messo alla prova, poiché costantemente mi ritrovavo a dovermi mettere in gioco 'scavando' dentro di me per trovare una risposta alla domanda che ci veniva posta in quel momento; per questo posso dire che è stato difficile da un lato, ma stimolante dall'altro. Ha suscitato in me dubbi e perplessità, che però a fine settimana si sono trasformati in curiosità ed entusiasmo nel ripartire con il prossimo anno da educatore.
Infine posso dire che in questa settimana mi sono sentito a casa provando molta serenità, infatti ho capito quanto l'Ac sia una seconda famiglia per me.

Gabriele

Per come l’ho vissuta io, è stata una settimana piena di occasioni di riscoperta di sé stessi ma anche del servizio che svolgiamo. Sul momento può sembrare un’esperienza “utile”, ma un po’ finita lì perché non si ha l’occasione immediata di sperimentare e capire se veramente ci stai con la testa. Quello che però posso dire è che vista anche solo qualche giorno dopo la prospettiva cambia. Alla fine non si è mai arrivati, non si è mai concluso veramente un percorso perché, come dice “Sentieri di speranza”, siamo sempre rilanciati. In questo modo siamo chiamati ad aggiungere ogni volta un mattoncino che contribuirà nella nostra vita in modo significativo.

Elena B.

Non volevo farmi troppe aspettative per questo campo, ma ero sicura sarebbe stata una "settimana di fuoco" e in effetti è stato così per diversi aspetti... sono stati sette giorni intensi e abbastanza frenetici, che mi hanno permesso di mettermi in discussione; qualche pezzo è crollato (inevitabile ormai), ma questo mi ha fatto capire l'importanza di continuare a mettersi in gioco e ad avere il coraggio di costruire/ricostruire la nostra casa. Inoltre, mi ha permesso di riflettere ulteriormente su quello che è il mio modo di fare l’educatrice e su come vorrei essere e stare nelle relazioni, senza dimenticarmi di alimentare la mia fede, nella speranza di poter dare di più durante il prossimo anno educativo.

Elena F.

Per quel che mi riguarda è stato un campo che mi ha messa in crisi con le molte domande provocatorie che ci venivano fatte. Nonostante ciò, questa settimana non mi ha lasciato dubbi, al massimo nuovi spunti di riflessione e in qualche caso nuove idee che intendo mettere in pratica appena ne avrò l'occasione.
A mio parere c'è stata la giusta mescolanza tra argomenti teorici e formativi e tra attività che miravano a una maggiore introspezione.

Giulia

Una settimana particolarmente intensa quella trascorsa al campo Base 1, intensa a livello umano e quindi anche a livello spirituale. Tra i moduli riguardanti le varie dimensioni dell’esperienza educativa, dalla vocazione al servizio, alla missionarietà, dalla psicologia dello sviluppo alla comunicazione e programmazione, ci è stata trasmessa un’originalità, uno speciale stile, una chiave di lettura… Il tutto in un clima di profonda condivisione e familiarità che si è creato tra noi campisti. Significativamente l’ameno tema culinario – Mangiate carni grasse e bevete vini dolci (Ne 8,10) – ed i momenti di gioco e di svago si sono amalgamati con attività ricche di spunti di riflessione, con la veglia e con le letture spirituali in modo da proporre a tutti valide modalità per interrogarsi con un po’di sana inquietudine e imparare a mettersi in discussione.

Pietro

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