Distanziati, “mascherinati” e igienizzati e con l’entusiasmo che ormai da molti anni incontro all’inzio dell’anno associativo e pastorale: questo credo sia stato il “mood” (come si dice oggi) dell’ultima Assemblea diocesana di Azione cattolica, tenutasi lo scorso 20 Settembre in Seminario diocesano. Tenendo a distanza il Covid e con i fastidi conseguenti, l’Azione cattolica affronta ogni timore e continua il suo cammino a fianco alle persone e del mondo ed a servizio della missione della Chiesa, proseguendo le proprie attività diocesane e parrocchiali.

La presentazione del Programma associativo diocesano triennale ed annuale, la Messa celebrata dal Vescovo Giuseppe, la consegna dei mandati ai Presidenti parrocchiali ed interparrocchiali neoeletti ed il rinsaldarsi (anche solo con un sorriso e qualche parola affettuosa) delle belle relazioni che in AC si possono instaurare e che accompagnano e sorreggono la vita delle persone, sono state quest’anno accompagnate da una riflessione ed un confronto a distanza con Alberto Ratti della diocesi di Milano, economista, già Presidente nazionale della FUCI e Consigliere nazionale di AC.

Con il rigore argomentativo, la passione e la capacità di spiegarsi e coinvolgere chi lo ascolta che già conoscevo, ma che sono ulteriormente maturate negli anni, Alberto ha cercato di aiutarci a ragionare come cristiani e come responsabili di AC sul nostro essere cittadini del mondo alla luce del Magistero Sociale della Chiesa, con particolare riferimento all’insegnamento di papa Francesco e dell’enciclica “Laudato sii”.

Ci siamo confrontati sui principi fondamentali dell’”economia civile” e dell’”ecologia integrale”, sulla politica come impegno per la Comunità, sull’attenzione preferenziale e primaria per i poveri e per tutti gli ultimi, sulla necessità di trovare modalità per dare -come cristiani- un apporto alla società italiana sulle grandi questioni del nostro tempo (multiculturalità e multietnicità, lotta alla povertà ed alle disuguaglianze, custodia della vita in tutte le sue fasi, vigilanza sulle regole della democrazia).
Il contributo di Alberto ci ha poi aiutato a ragionare su cosa voglia dire oggi, su queste questioni, essere profeticamente “lampada” e “lievito” per il nostro tempo, capaci di sguardi “lunghi” e “profondi” sui problemi (per evitare ogni superficialità nell’affrontare le questioni), “puntati verso l’alto” (per essere sempre consapevoli dell’orizzonte verso cui camminiamo) e con piedi “ben ancorati a terra” e radici “forti e robuste” (per guardare negli occhi l’umanità di oggi ed i suoi problemi reali senza astrazioni o fantasie).

Un altro anno associativo dunque inizia e nella quotidianità del cammino dei nostri gruppi ACR, giovanissimi, giovani, educatori, adulti ed adultissimi, sono certo che ciascuno dei partecipanti all’Assemblea ha rinsaldato la volontà di impegnarsi ancora a seguire il Signore Gesù, guardando ai coraggiosi passi che papa Francesco fa e impegnandosi a tradurre con creatività in progetti, realizzazioni e vita concreta le sue indicazioni per la Chiesa di questo nuovo millennio.

Marco Pio Bravo (già presidente diocesano dell’Azione Cattolica)

 

C'è sempre una prima volta per tutto e quella di domenica 20 settembre è stata la mia prima assemblea di AC in qualità di presidente parrocchiale, a parte quella fatta a febbraio per il rinnovo delle cariche diocesane.
Nell'atrio del seminario, complice forse anche la bella giornata, si respirava un'aria proprio di "voglia di ripartenza" e le persone si sorridevano con gli occhi, dato che le bocche erano coperte dalle mascherine. Il clima di complicità è proseguito anche nel salone, facendo sentire a proprio agio anche la sottoscritta, che non conosce ancora tutti e, soprattutto, si dimentica i nomi!

Dopo le parole di Paola, che, ripensando al periodo della pandemia, ci ha ricordato l'importanza del prendersi cura dei legami interpersonali, con i più fragili e l'importanza della dimensione del gruppo, abbiamo ascoltato Alberto Ratti (in collegamento da remoto), con un intervento dal titolo "Rinascimento d'Italia, Rinascimento d'Europa".
La sua è stata una relazione molto corposa ed articolata, che offriva numerosi spunti di riflessione e discussione.

Per me, entrata ormai da tempo nella fascia degli "anta", la descrizione dello scenario in cui dobbiamo collocarci, l'analisi delle tre grandi crisi epocali, con le relative conseguenze, suonavano come una sorta di ricomposizione di un "puzzle personale" di esperienze e situazioni vissute negli anni, forse più difficilmente comprensibile da parte dei più giovani presenti all'assemblea.
Nella seconda parte, sui segnali di rinnovamento e sui pilastri da cui ricostruire, Alberto offriva alcuni elementi forti, ma alla portata di tutti, da custodire e annunciare: le radici, la memoria, la fratellanza, la speranza.
Infine, ma non certo per ordine di importanza, ci ha "rilanciato" le due bussole del nostro essere cristiani: la lampada e il lievito.

Una relazione, insomma, che ha saputo unire il momento di riflessione sulla crisi attuale al sentirsi il cuore pieno di speranza per un futuro migliore, con qualche strumento in più a disposizione nella nostra personale cassetta degli attrezzi.
Durante la Santa Messa, a conclusione dell'assemblea, vedendo i tanti giovani presenti, sono stata presa da un sentimento misto di commozione ed euforia: nella comunità c'è posto per tutti, giovani e meno giovani, e i giovani che si vogliono impegnare sono numerosi.

Con l'aiuto del Signore, non abbiamo niente da temere!

Maria Carla Guerrera (Presidente parrocchiale AC di Roveredo in Piano)

 

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